Scuola dell’infanzia: perché integrare il coding

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scuola dell'infanzia coding

“L’educazione alla programmazione dovrebbe essere integrata per garantire i migliori risultati”. Per il coding occorre partire dalla scuola dell’infanzia. 

Scuola dell’infanzia: gli studenti che si approcciano alla programmazione fin dalla tenera età, sono più propensi ad affrontare la didattica informatica avanzata. Questo è ciò che è stato constatato nella Catlin Gabel School, un istituto dell’Oregon.

Infanzia e pensiero computazionale

“Integrare il coding e lo steam” è l’allarme lanciato da uno specialista in tecnologia educativa, Rob van Nood. Lo studioso ha evidenziato come in Oregon (ma più in generale anche nel resto d’America e d’Europa) gli alunni che si affacciano per la prima volta allo studio del pensiero computazionale hanno fra i 9 ed i 12 anni. Benché i risultati siano buoni non basta a sopperire ad una più completa inclinazione allo studio informatico. Come viene sottolineato, esiste difatti un divario didattico sugli insegnamenti delle competenze del 21° secolo, come il problem solving e la progettazione. In tal senso, guidare e facilitare l’apprendimento dell’informatica è essenziale per implementare l’approccio al coding.

La chiave è l’integrazione

Per poter allargare lo studio del pensiero computazionale è necessario un impegno non solo delle Istituzioni, ma soprattutto dei docenti e degli specialisti in tecnologia dell’istruzione. Difatti, si è appurato come si faciliti enormemente il grado di coinvolgimento in classe anche fra alunni più piccoli arricchendo la loro istruzione in contesti anche molto complessi, come il pensiero condizionale e le prove di logica ad errori. I progetti scientifici, già provati ed avviati nella scuola media, hanno prodotto ottimi risultati anche nelle scuole dell’infanzia. L’utilizzo di robot educativi, blocchetti SAM Labs, hanno permesso l’ampliamento della forma mentis degli alunni più piccoli.

Pensare, programmare, andare oltre

Questi utili strumenti appena citati, offrono la possibilità di sviluppare, analizzare ed interpretare dati spiegandoli e condividendone i risultati ottenuti. Per questo è essenziale partire anche dagli alunni più piccoli. Ai bambini deve essere data la fondamentale opportunità di essere creatori di progetti ed idee, magari andando oltre il pensiero computazionale ed abbracciando altre materie come l’arte e l’ambiente. Solo con queste migliori pratiche si possono incoraggiare i docenti prima, e gli studenti poi, ad implementare le loro competenze per integrare nuovi modelli di apprendimento.

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